Manca la legge, le aziende non possono crescere
Ci troviamo una situazione paradossale nella quale alcune aree industriali dove le aziende hanno pianificato e stanziato budget per gli ampliamenti e accorpamenti, con conseguenti opportunità di incremento occupazionale, ora si trovano paralizzate di fronte a dubbi interpretativi e intoppi burocratici proprio perché il Piano regolatore comunale attualmente in vigore e l'attuale variante che andrà ad essere approvata non chiarisce le linee guida da adottare.
Ricordo inoltre che il Piano Territoriale Infraregionale dello sviluppo della zona industriale Aussa Corno "era stato adottato qualche decennio fa dal Consorzio Ziac (oggi in liquidazione) e sul fatto che era stato adottato (ma non approvato) sono state realizzate diverse scelte di viabilità e anche acquisti di terreni da parte degli imprenditori delle aziende insediate.
Ad un certo punto il piano non è stato più approvato, anzi è stato revocato nel 2012 dai sindaci e dai soci Ziac, per cui, ora, alcune aree esterne agli attuali strumenti urbanistici della zona industriale sono regolamentate urbanisticamente dall'attuale Prgc.
Di conseguenza risulta che alcune aziende che si trovano nella condizione di voler ampliare i loro impianti, con l'attuale Prgc si trovano paralizzate.
La normativa attuale non da certezza sui criteri di insediabilità e di ampliamento, inoltre i costi per gli oneri di urbanizzazione possono superare i 500.000 €.
Dobbiamo coinvolgere da subito la Regione e il nuovo Consorzio di Sviluppo Economico del Friuli (COSEF) per stilare un piano dedicato alla zona industriale di San Giorgio.